Ho camminato e ho sfiorato
più volte quella sensazione di volare
sopra le paure che affliggono la stabilità
Ho girato in cerchio
guardando il mostro dall'alto

La luce fuori è la calma del mio vagare
Le mie gambe sono solo il mezzo
Le mani afferrano il respiro
con la stabilità dei piedi a terra
La mia mente è il motore
Gli occhi la mia voce

La natura per quanto estranea
ed insidiosa dove tutto è sconosciuto
ritrova il suo stesso disegno
in fondo all'anima

IT

“Stargate” nasce dall’idea di rappresentare senza pretese alcuni dei sentimenti che si celano nell’uomo durante un percorso di crescita spirituale quale il Cammino di Santiago. Inizialmente la mia ricerca si è focalizzata sulla realizzazione degli still-life andando a scovare oggetti che in qualche modo potessero restituire un concetto di equilibrio che è tipico e, più precisamente, peculiare quando si tratta di ristabilire o ricercare un’armonia con se stessi al cospetto del mondo precario dell’instabilità che a volte ci condiziona l’esistenza.

Questo equilibrio è quanto io cerco e quanto più mi appartiene e questo lavoro fotografico per me è stato come una lente di ingrandimento sul mio microcosmo interiore. Un breve ma intenso viaggio in un momento della mia vita che necessitava di stabilità.

Per queste fotografie mi sono lasciato ispirare dalle opere di Ingar Krauss. Le installazioni sono avvenute all’interno di una scatola di cartone, illuminando la scena con una torcia, ottenendo così ombre e giochi di luce.

Ciò che pensavo inizialmente di poter governare (luci, oggetti, effetti) è divenuto un territorio autonomo al cui interno tutto si mutava in materia viva davanti all’obiettivo. Le passate esperienze dei cammini si ripresentavano ai miei occhi con la memoria che riconosceva passi, luoghi, sensazioni, sentimenti di diversa natura. In qualche modo la scatola si è evoluta in uno spazio che ha elevato tutto questo fino a farlo divenire una rappresentazione libera da contesti e limiti; uno spazio interiore suggestivo e molteplice.

Gli autoritratti si sono aggiunti solo in seguito per aprire e chiudere un cerchio intorno a questa piccola porzione di mondo che universalmente tutti dentro celiamo.

Il lavoro è stato presentato come progetto di tesi finale del percorso accademico di fotografia, già in principio pensato come ciò che poi è diventato, ovvero un dummy book interamente realizzato a mano.


EN

“Stargate” was born from the idea of ​​representing without pretensions some of the feelings that lie within man during a journey of spiritual growth such as the Camino de Santiago. Initially my research focused on the creation of still-lifes by seeking out objects that in some way could restore a concept of balance which is typical and, more precisely, peculiar when it comes to re-establish or seek harmony with onerself at in the face of the precarious world of instability that sometimes conditions our existence.

This balance is what I seek and what belongs to me the most and this photographic work for me was like a magnifying lens on my inner microcosm. A short but intense journey into a moment in my life that needed stability.

For these photographs I was inspired by the works of Ingar Krauss. The installations took place inside a cardboard box, illuminating the scene with a torch, thus obtaining shadows and plays of light.

What I initially thought I could govern (lights, objects, effects) became an autonomous territory within which everything changed into living matter in front of the lens. The past experiences of the journeys came back to my eyes with the memory that recognized steps, places, sensations, feelings of different nature. Somehow the box evolved into a space that elevated all this until it became a representation free from contexts and limits; an evocative and multiple interior space.

The self-portraits were added only later to open and close a circle around this small portion of the inner world that we all universally hide inside.

The work was presented as a final thesis project of the academic photography course, already in the beginning conceived as what it later became, that is a dummy book entirely made by hand.


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