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IT
Se questa fosse la parte bianca di una polaroid qui potremmo scrivere: Lazzarell.
È la storia di un posto gentile questa. Un puntino su una mappa. Un microcosmo fatto di vite, storie, cucine, prati non troppo perfetti di abitazioni private. È il mondo dove sono nato e cresciuto, che in questo autoritratto collettivo non racconta soltanto un posto, non racconta solo strade, edifici, bensì anime, che in ultimo svelano la sua. Una messa a fuoco lenta ma precisa, nitida poco alla volta. Questo è un posto che fluttua, che conosce la gentilezza, le buone maniere, il lavoro, i pomeriggi troppo lunghi, le piccole solitudini di ciascuno. Conosce la sana improvvisazione verso la vita che si traduce in disarmante concretezza. Sostanza. Nello sguardo degli anziani, di chi ricorda un tempo perduto, nei ragazzi che restano mentre il mondo sembra altrove, in una promessa patinata solo perché lontana.
Ho avviato questa ricerca concentrandomi sulle persone del luogo che mi ha forgiato. La mia terra. Ogni volta osservo gli anni che passano, un lento sbiadire di quello che un tempo era la mia borgata che coincide con uno svuotamento di vite che la animano. Nel tentativo di sottrarre a questo sbiadire ho deciso di ritrarre i luoghi della mia infanzia e le persone che mi hanno visto diventare adulto. Conosco bene la mia gente, e volevo che qualcosa mi riportasse al loro essere, alla sostanza. Ho avuto modo di entrare nelle loro case ed inevitabilmente ho trovato quei segni particolari che conosco a memoria. Sapevo che li avrei trovati al solito posto.
Ho voluto ritrovare quei segni particolari che non appartengono al nostro corpo, ma che ci distinguono comunque; che parlano di quello che siamo. Usi e costumi in maniera forte determinano questo aspetto. Il preferire un certo abbigliamento. Gli arredamenti e i colori di una casa. Quadri appesi ai muri.
Per i luoghi in cui le persone vivono vale una formula equivalente allo stesso dire che si usa per le compagnie: “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Così accade che le camere in cui le persone restano per riposare o dove passano la maggior parte del loro tempo, una sedia vuota, delle fotografie con dei fiori di fianco, un letto sfatto, una casa vuota, dicono tutto di chi le occupa. Sono dettagli che tracciano linee nette di un’esistenza che si muove all’interno di uno spazio, ed è una storia sempre nuova che si ripete ogni volta, in qualunque posto su una cartina geografica.
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EN
If it were the white part of a Polaroid here we could write: Lazzarell.
This is the story of a kind place. A dot on a map. A microcosm made of lives, stories, kitchens, not too perfect lawns of private homes. It is the world where I was born and raised, which in this collective self-portrait does not just tell a place, it does not only tell streets, buildings, but souls, which ultimately reveal its own. A slow but precise focus, sharp little by little. This is a place that fluctuates, that knows kindness, good manners, work, too long afternoons, the little solitudes of each one. It knows the healthy improvisation towards life which translates into disarming concreteness. Substance. In the gaze of the elderly, of those who remember a lost time, of the young guys who remain while the world seems elsewhere, in a glossy promise only because it is distant.
I started this research by focusing on the people who belong to the place that forged me. My land. Every time I observe the years that have past, a slow fading of what was once my village that coincides with an emptying of the lives who animate it. In an attempt to escape this fading, I decided to portray the places of my childhood and the people who saw me become adult. I know my people well, and I wanted something to bring me back to their being, to the substance. I was able to enter their homes and inevitably I found those particular signs that I know by heart. I knew I would find them in the usual place.
I wanted to rediscover those particular signs that do not belong to our body, but that still distinguish us from each other; that speak of who we are. Uses and customs strongly determine this aspect. Preferring a certain outfit. The furnishings and colors of a house. Pictures hanging on the walls.
For the places where people live, you can use the same equivalent tense to the same saying that is used for companies applies: “tell me who you are going with and I’ll tell you who you are”. So, it happens that the rooms where people stay to rest or where they spend most of their time, an empty chair, photographs with flowers next to them, an unmade bed, an empty house, say everything about who occupies them. They are details that draw clear lines of an existence that moves within a space, and it is an ever new story that repeats itself every time, in any place on a geographical map.
Texts edited by Tiziana Borzì